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.No, madre mia, no, ho rotto daquest'oggi col passato e non ne accetto più nulla, neppure ilnome, perché, voi lo capite, non è vero madre mia?, vostro figlionon può portare il nome di un uomo che deve arrossire davanti adun altro uomo!""Alberto, figlio mio" disse Mercedes, "se io avessi avuto un cuorepiù forte sarebbe stato questo il consiglio che ti avrei dato.La tua coscienza ha parlato quando la mia spenta voce taceva:ascolta la tua coscienza, figlio mio! Tu avevi degli amici,Alberto, tronca momentaneamente ogni rapporto con loro, ma nondisperare in nome di tua madre! La vita è ancor bella alla tuaetà, mio caro Alberto, perché tu hai appena ventidue anni, esiccome ad un cuore puro come il tuo occorre un nome senzamacchia, prendi quello di mio padre: egli si chiamava Herrera.Ioti conosco, Alberto mio qualunque carriera tu segua, in brevetempo renderai questo nome illustre.Allora amico mio, ricomparinel mondo più splendido ancora per il vanto delle tue passatedisavventure.E se, malgrado tutte le mie previsioni, non avessead accadere così, lasciami almeno questa speranza, a me che nonavrò più altro pensiero, a me che non ho più avvenire, e per cuila tomba comincia dalla soglia di questa casa.""Farò secondo i tuoi desideri, madre mia" disse il giovane."Sì,condivido la tua speranza: la collera del cielo non perseguiteràte così pura, me così innocente.Ma poiché siamo risoluti, siagisca prontamente.Il signor Morcerf ha lasciato il suo palazzoche sarà circa mezz'ora: l'occasione, come vedi, è favorevole perevitare scontri e spiegazioni.""Io ti aspetto, figlio mio" disse Mercedes.Alberto corse sul boulevard da dove tornò in una carrozza da noloche doveva condurli fuori del palazzo.Si ricordò d'una piccolacasa ammobigliata nella rue des Saints-Pères, dove sua madreavrebbe trovato un alloggio modesto ma decente; ritornò dunque aprendere la contessa.Nel momento in cui la carrozza si fermavadavanti alla casa, e quando Alberto ne discendeva, un uomo siavvicinò a lui, e gli consegnò una lettera.Alberto riconobbeBertuccio."Del conte" disse l'intendente.Alberto prese la lettera, ed apertala la lesse: dopo averla letta,cercò cogli occhi Bertuccio, ma Bertuccio era scomparso mentre ilgiovane leggeva.Allora Alberto, con le lacrime agli occhi, il petto gonfiodall'emozione, rientrò nella camera di Mercedes, e senza751pronunciare parola, le presentò la lettera.Mercedes lesse:"Alberto, nel farvi sapere che sono venuto a conoscenza delprogetto al quale siete sul punto di abbandonarvi, credo didimostrarvi ugualmente che ne comprendo la delicatezza.Eccovilibero! Voi lasciate il palazzo del conte, vi ritirate con vostramadre, libera al par di voi.Ma riflettete! Alberto, voi le dovetepiù di quello che potete offrirle, povero e nobile cuore.Riservate a voi la lotta, reclamate per voi le sofferenze, marisparmiatele quella prima miseria che accompagneràinevitabilmente i vostri primi sforzi, poiché lei non meritaneppure il riverbero della disgrazia che oggi la colpisce, e laProvvidenza non vuole che l'innocente paghi per il colpevole.So che lasciate entrambi la casa della rue Helder senza portar vianiente.Non cercate di scoprire in qual modo l'ho saputo.Io loso, e basta.Ascoltate Alberto.Ventiquattro anni or sono, iotornavo molto fiero nella mia patria.Avevo una fidanzata,Alberto, una santa donna che io adoravo, e portavo alla miafidanzata centocinquanta luigi accumulati penosamente colle miefatiche senza riposo.Questo denaro era per lei, io lo destinavo alei, e sapendo quanto il mare è perfido, avevo seppellito ilnostro tesoro in un piccolo giardino della casa che mio padreabitava a Marsiglia sopra i viali di Meillan.Vostra madreAlberto, conosce questa povera casa.Ultimamente, venendo a Parigisono passato da Marsiglia.Sono andato a vedere questa casa didolorosi ricordi; e la sera, con una vanga alla mano ho esploratol'angolo ove era sepolto il mio tesoro.La cassetta di ferro eraancora nel medesimo posto, nessuno l'aveva toccata: è presso unfico, piantato da mio padre il giorno della mia nascita, e che laricopre colla sua ombra.Alberto, questo denaro, che alloraavrebbe dovuto provvedere alla vita e alla tranquillità di questadonna che adoravo ecco che oggi, per una strana e dolorosacombinazione, può avere lo stesso uso.Oh, capite bene il miopensiero, io, che potrei offrire dei milioni a questa poveradonna, le rendo soltanto il tozzo di pane nero dimenticato sottoil mio povero tetto, dal giorno in cui fui separato per sempre dalei.Voi siete generoso, Alberto, ma a volte siete accecatodall'orgoglio o dal risentimento: se ricusate, se domandate adaltri ciò che ho io il diritto di offrirvi dirò che siete pocogeneroso nel ricusare ciò che appartiene alla vita di vostramadre, e offerto da un uomo a cui vostro padre ha fatto morire, ilpadre suo, negli orrori della fame e della disperazione."Finita questa lettera, Alberto, pallido ed immobile, aspettava ciòche avrebbe deciso sua madre.Mercedes alzò al cielo uno sguardoineffabile."Accetto" disse."Egli ha il diritto di pagare la dote che ioporterò in un convento."E mettendosi la lettera sul cuore, prese il braccio di suo figlio,e, con passo più sicuro di quello che forse si aspettava, scese lescale.752Capitolo 91.SUICIDIO.Montecristo pure era rientrato in città, con Emanuele eMassimiliano.Il ritorno fu lieto.Emanuele non dissimulava lagioia di aver visto succedere la pace alla guerra, e confessava isuoi principi umanitari.Morrel, in un angolo della carrozza,lasciava evaporare in parole l'allegria del cognato, e conservavaper sé una gioia altrettanto sincera, ma che brillava soltanto daisuoi occhi.Alla barriera del Trono incontrarono Bertuccio cheaspettava là, immobile come una sentinella al suo posto.Montecristo cacciò la testa dallo sportello, scambiò con luiqualche parola a bassa voce, e l'intendente scomparve."Signor conte" disse Emanuele, "giungendo vicino alla piazzareale, lasciatemi scendere, vi prego, alla mia porta, affinché miamoglie non abbia un momento di più di pena né per voi né per me [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]